Voucher: cosa dicono i nuovi dati INPS

Proprio quando sembra che nulla possa sfuggire alla rete della contabilità, il controllo sui dati è una modalità di governo quanto mai potente. Un esempio su tutti? Expo: tornelli all’ingresso, biglietti acquistati on-line, controlli di sicurezza meticolosi… Eppure è impossibile, al pubblico, conoscere il numero dei visitatori.
D’altra parte, quando qualsiasi cosa diventa “punteggio”, pur di non perdere la gara meglio nascondere il tabellone.

L’invisibilità del tabellone diventa poi fondamentale nel caso in cui la gara riguardi questioni di un certo interesse politico, come il mercato del lavoro. Lo si capisce bene pensando alle polemiche che ogni mese accompagnano la pubblicazione dei dati relativi all’andamento. Specie da quando alla diffusione mensile dei dati di ISTAT, risultati di indagini campionarie, si è affiancata quella di INPS, che invece elabora direttamente i dati amministrativi. Se per chi cerca la semplificazione dello slogan questa sovrapposizione di informazioni può costituire un problema, per chi fa ricerca, invece, è una piacevole complicazione. Specie quando attraverso una fonte è possibile far tornare alla luce il tabellone che, grazie all’altra, qualcuno aveva nascosto.

La questione Voucher entra a pieno in questo ragionamento. Mentre Istat, microdati e questionario alla mano, non offre al pubblico alcun approfondimento sul tema, Inps, dal giugno 2015 pubblica mensilmente, o quasi, qualche briciola di informazione.

Briciole, certo, che però già sono bastate per evidenziare come il sistema dei Buoni Lavoro, Voucher, costituisca la nuova frontiera del della precarizzazione del lavoro 1.

Il 10 novembre, Inps ha pubblicato l’ultimo osservatorio sul precariato, relativo ai primi 9 mesi dell’anno. Le ultime due schede riguardano i Voucher. In questo post mi limito a commentare quelle due.

Il dato generale è di per sé significativo. Nei primi 9 mesi del 2015 sono stati acquistati circa 8.138.347 Voucher da 10 €, per un totale di 81.383.474 €. Di questi, solo una parte va direttamente in salario (il 75%), il resto si suddivide tra contributi, assicurazione e costi di intermediazione. In soldoni, è il caso di dirlo, con riferimento a tutti i Vouvcher acqsuitati in questi primi nove mesi dell’anno – non è detto che vengano poi usati – 10.579.851 € sono versati automaticamente nelle casse della gestione separata dell’INPS, contributi che vai-tu-a-capire-quando-rivedi; 5.696.843 € vanno all’INAIL, a fini assicurativi (standard per tutti i settori)2. I restanti 4.069.173 € corrispondono, invece, ai costi di intermediazione per l’acquisto e il cambio dei buoni (tabaccai, poste, banche etc).

Arrivando ai dati veri e propri, Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna si confermano come le tre regioni in cui il ricorso al buono lavoro è maggiore. Si tratta, rispettivamente, di 14.422.423 10.692.518 e 10.182.300 voucher venduti, in pratica il 43,4% dell’intero valore acquistato in Italia.

Altra conferma è relativa al trend di crescita rispetto agli anni precedenti. Nei primi nove mesi del 2013 il totale dei Voucher acquistati con valore nominale 10 euro era di 28.263.138. Sale a 48.067.353 nel 2014, fino agli 81.383.474 dei primi 9 mesi del 2015. Dal 2013 ad oggi l’incremento, medio, è stato del 287,9%.

Le regioni in cui il ricorso al buono lavoro è cresciuto di più sono la Puglia, con il 413,9%; la Liguria, con il 377,3%; la Valle d’Aosta, con il 357,7%. Mentre le regioni in cui la variazione non ha raggiunto la media sono state, soprattutto, il Trentino-Alto Adige, con il 164% e il Friuli-Venezia Giulia, con il 197,6%. Nella mappa in figura 1, come già fatto altrove 3, le variazioni sono state usate per riproporzionare i confini di ciascuna regione.

Nei colori sono stati invece rappresentati i totali della spesa nei primi nove mesi del 2015 e, in etichetta, la spesa in Voucher di Settembre 2015.

Si può notare come le variazioni più significative riguardino l’area centrale e meridionale, dove però troviamo le regioni che appartengono ai quartili più bassi della distribuzione. Nel nord, quindi, il ricorso al lavoro accessorio è maggiore che altrove, ma più strutturato rispetto al centro-sud, dove comunque è in forte crescita.

Fonte: elaborazione www.gdeangelis.eu su dati INPS
Fonte: elaborazione www.gdeangelis.eu su dati INPS

Nella tabella sottostante i valori di sintesi.

gdeangelis_voucher_dati_generaliCome anticipato nella descrizione della mappa, dai dati pubblicati questo mese è possibile iniziare a ragionare in termini di variazioni mensili anche sull’anno in corso. Il calcolo è banale: basta sottrarre al totale acquistato fino al mese attuale il totale acquistato fino al mese precedente. Inevitabilmente quindi, nonostante INPS aggiorni il suo osservatorio già dal giugno 2015, non è possibile spingersi oltre Luglio, Agosto e Settembre. Poco per fare un ragionamento completo, ma abbastanza per iniziare a predisporre un’analisi stagionale del ricorso al Voucher.

Il risultato è quello sintetizzato nella tabella che segue.

gdeangelis_voucher_var_mensileNella tabella si osserva come, stando al solo 2015, nei mesi di Luglio, Agosto e Settembre, il totale dei Voucher acquistati sia di 31.486.985, con il picco positivo a Luglio (oltre 12 milioni) e negativo ad Agosto (con poco più di 9 milioni acquistati). Guardando le variazioni complessive, il valore in buoni lavoro acquistati nel mese di Agosto corrisponde al 23% in meno di quello acquistato a Luglio. Mentre a Settembre la variazione sul mese precedente torna a crescere, dell11,8%. In generale, quindi, la variazione indica una riduzione sul trimestre.

Quanto detto vale per tutte le regioni italiane, eccezion fatta per il Trentino-Alto Adige e la Basilicata, ma per ragioni diverse. Mentre per il Trentino-Alto Adige, infatti, da Luglio a Settembre il ricorso ai Voucher cresce, in Basilicata il valore del trimestre è negativo come nel resto della penisola, ma con la flessione a Settembre e non ad Agosto. Eccezion fatta per Trentino, quindi, in nessuna delle regioni italiane la flessione rilevata tra Luglio e Agosto è stata recuperata in Settembre.

Sarebbe interessante provare ad immaginare cosa potrà avvenire nei prossimi mesi. Ma senza i dati mensili degli interi anni passati la dinamica annuale del lavoro accessorio è una questione difficilmente affrontabile.

In compenso però si può ancora dire qualcosa sulla dinamica degli stessi mesi, Luglio, Agosto e Settembre, nel 2013 e nel 2014.

Nel Grafico a barre orizzontali le variazioni sui tre mesi Luglio-Agosto e Settembre sono osservate per anno e macro-regione italiana.

gdeangelis_voucher_var_mensile_anno_macroregione
fonte: www.gdeangelis.eu su dati INPS

Si nota come già dal 2013 al mese di Agosto corrisponda, nel complesso, una variazione negativa rispetto a Luglio. Tale variazione è attribuibile, soprattutto, al Nord-Est, che varia negativamente oltre il 19%. Di segno opposto, invece, le variazioni che riguardano il Mezzogiorno. Sia le regioni del Sud, infatti, che quelle insulari, in Agosto fanno registrare una variazione positiva del 9,6% e del 6,7%.

Specularmente, mentre a Settembre 2013 in Italia in generale l’acquisto dei Voucher torna a crescere sul mese precedente, recuperando buona parte del terreno perso, nel Mezzogiorno si registra una variazione negativa nell’intorno del 17%, sia per quanto riguarda il Sud che le Isole.

Il trimestre Luglio-Settembre 2014 si presenta in parte diversamente. In primo luogo la flessione in Agosto è maggiore che nell’anno precedente (-21% a fronte del -14,5%). L’aumento della variazione negativa è dovuto soprattutto al Nord-Ovest e al Centro, che rispetto al 2013 variano in negativo più significativamente. Il Nord-Ovest del -34,7% nel 2014, mentre solo del -1,7% nel 2013. Il centro del 20,9% nel’Agosto del 2014, del -8,8% nel 2013.

La differenza maggiore riguarda comunque il Mezzogiorno che, contrariamente all’anno precedente, fa registrare una variazione negativa del 4,4% per quanto riguarda il Sud e del -1,3% per le Isole.

A settembre il recupero complessivo è del 14,6% e solo il Nord-Est torna ai livelli di Luglio, superandoli, anzi, di uno 0,8%. Il Sud e le Isole proseguono in territorio negativo, con il -15,5% e il -10,1%.

Riprendendo quanto detto sopra, quindi, nel 2015 la variazione negativa in Agosto è più significativa che nel biennio precedente (-23,7%), a fronte di ciò, il rimbalzo di Settembre risulta in linea con quelli dei Settembre del 2014 e del 2013 (+11,8%). Come negli anni precedenti, il Mezzogiorno varia in Agosto meno negativamente che le altre macroregioni, ma prolunga la variazione negativa anche al mese di settembre.

Nessuna macroregione, nel 2015, recupera in Settembre la variazione negativa di Agosto.

Concludendo, l’impressione, molto generale, è che se la crescita dell’utilizzo dei Voucher sembra inarrestabile, dall’altro, con riferimento ai pochi mesi a disposizione, si potrebbe iniziare a intravedere una certa struttularizzazione del loro utilizzo. Le macro-regioni, infatti, sembrano differenziare il ricorso ai buoni lavoro in modo ricorrente in base a certe caratteristiche peculiari. Il Nord-Ovest, il Centro  e il Nord-Est sono le aree che hanno il trend più simile. Negativo in Agosto e positivo in Settembre. La variazione negativa del Nord-Est in Agosto è comunque meno significativa di quella rilevabile per Nord-Ovest e Centro. L’impiego dei Voucher nel settore turistico potrebbe, in questo, avere un certo peso. Così come certamente ce l’ha nel Mezzogiorno, dove le variazioni negative in Agosto sono meno rilevanti che altrove e dove pure si protraggono nel mese successivo.

Per sapere cosa sia successo a Ottobre nell’area più grigia del mercato del lavoro italiano si dovrà aspettare Dicembre, fino ad allora, buon JobsAct a tutti!

 

Tra gli altri, Marta Fana se ne è occupata su Eticaeconomia, qui e, su il Manifesto, qui.

cfr. Art. 49 del D. Lgs. N°81 del 2015.

3 Nel post precedente, qui, e su ERE online, qui.

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